Le carte ne documentano il ruolo istituzionale, come ministro con particolare riguardo alla politica del Mezzogiorno, e la sua attività nel partito della Democrazia cristiana al fianco dei governi Fanfani e Moro, ma anche i rapporti con istituzioni e personalità della Chiesa, della cultura, sia a livello nazionale che internazionale. L’archivio è costituito in gran parte da documentazione cartacea: corrispondenza con personalità ed enti, bozze di articoli per la stampa, discorsi, relazioni politiche e sindacali, ma conserva anche una ricca raccolta di fotografie, oltre a materiali sonori.
Consistenza rilevata
Quantità
169
Tipologia
busta/e
Storia archivistica
Nel luglio 1971 la Fondazione Pastore ha acquisito l’archivio personale di Giulio Pastore con atto di donazione al momento della sua costituzione; nel 1979, venne dichiarato “di notevole interesse storico” dalla Sovrintendenza archivistica per il Lazio, per la documentazione in esso conservata in quanto costituisce una fonte importante per lo studio del movimento sindacale per la storia politico-sociale dell’Italia contemporanea.
Modalità di acquisizione
Donazione
Criteri di ordinamento
Un primo ordinamento, fatto nel 1974 su indicazione di Renzo De Felice, ne ha determinato l'attuale struttura. L’archivio conserva documentazione relativa, dalla fine degli anni ’40 al 1971, e ci permette di ripercorrere in modo continuativo la lunga attività di Giulio Pastore: sindacalista, uomo di governo e di partito e il suo impegno cattolico nelle Acli.
Struttura
L’archivio è costituito da 169 buste pari a circa 25 metri lineari di documentazione, suddivisa 5 serie documentarie, articolate in sottoserie:
Discorsi (1946-1968),
Pastore e la Cisl (1950 - 1957)
L’attività di Giulio Pastore e la Cassa del Mezzogiorno (1958 – 1968),
L’impegno di Pastore nella DC- “Forze Sociali” (1952 – 1958),
Miscellanea complessiva dell’attività di Giulio Pastore (1950 – 1969)